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Pietro Gagliostro: trent’anni di radio, con International Dance


International Dance va in onda in radio FM da trent’anni, con la voce e l’energia dello stesso speaker / dj, Pietro Gagliostro. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare almeno un po’ della sua passione assoluta per la musica. Tutta quanta, infatti, in una sola intervista non ci sta mica. Trent’anni di musica, a parole, non si possono mica raccontare… Almeno un po’ del giusto mix, però, anche a parole, si sente bene. Eccome.

Tutta l’intervista è disponibile qui:
http://bit.ly/AllaDisco-InternationalDance

Com’è nato il tuo programma radiofonico, International Dance?

International Dance nasce nel settembre del 1990, dopo tre anni di esperienza come dj e speaker su Radio Antenna Sud di Palmi. Cambiando emittente, approdando a Radio King International, cambiai nome al mio programma, che prima si chiama “Dance No Stop”. Decisi, insieme alla direzione artistica della nuova radio, di mantenere sia la parola Dance, dal nome della vecchia trasmissione, sia la parola International, l’ultima parola della nuova radio…

Ci racconti brevemente chi sei?

Mi chiamo Pietro Gagliostro, ho 52 anni e vivo a Palmi (RC), una piccola cittadina carina e ricca di musicisti e appassionati di musica. Pur facendo radio da 34 anni in maniera professionale nella vita faccio altro. Nulla però mi ha impedito in tutti questi anni di coltivare la mia grande passione per la radio e la manipolazione del suono (…)

E’ stato un limite per te, vivere e lavorare in Calabria?

Per me e per tanti amici e musicisti che conosco, lavorare in Calabria è stata ed è ancora una grande limitazione. Oggi però molte cose sono almeno un po’ cambiate. In realtà è la mentalità della gente di questa regione, comunque povera di posti di lavoro, ad essere per molti anni la vera limitazione (…)

Come vedi i dj e la musica dance in questo periodo? E com’era invece la scena 30, 20 o 10 anni fa?

(…) I fasti degli anni 90 / 2000, non torneranno mai più; ormai tutto e alla portata di tutti e questo a causa anche di troppa tecnologia che ha appiattito e inflazionato il settore. Oggi fare un disco è alla portata di tutti, basta una daw, un buon ghost producer, un po’ di marketing ben pagato e il gioco è fatto (…)


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