Alessandro William Leccese detto Will tatuatore di nota fama in Italia soprattutto al sud, ha una formazione particolare per un tattoo artist.
Dopo gli studi di grafica pubblicitaria e vari lavori nel mondo della grafica, all’età di 28 anni decide di intraprendere la sua carriera come tatuatore. Gli inizi sono stati anni di studio e apprendimento. Affiancandosi a maestri del tatuaggi Will ha costruito la sua tecnica specializzandosi nel realistico black and grey.
Osservando i suoi lavori si nota che la sua specialità sono gli animali e i personaggi. Da quelli reali a quelli fantastici dove spiccano i particolari che rendono i suoi tatuaggi una vera e propria opera d’arte.
Parlare dell’arte del tatuaggio con Will è la scoperta di una professione che si è andata ampliando e che racchiude tematiche come la responsabilità del tatuatore, il rapporto con il cliente e il ruolo sempre più fondamentale dei social.
Ciao Will
sei un tatuatore giovane ma con un background notevole. L’arte del disegno è sempre stata una tua passione e i tuoi tatuaggi sono opere d’arte vere e proprie. Ci parli del tuo stile nel tatuare e perché hai deciso di specializzarti in questo.
Ho sempre amato il tatuaggio anche se non lo consideravo come tutte le arti, perché in maniera ignorante non avevo idea di quanti stili ci fossero. All’inizio è l’errore che fanno tutti quando si approcciano al tatuaggio. Un bel giorno ho scoperto che c’era il tatuaggio realistico e mi sono detto “cavolo mi piacerebbe tatuare delle fotografie, tatuare la realtà”.
Credi che la tendenza di scegliere un tatuatore in base allo stile abbia cambiato questa professione?
Le persone non conoscono i vari stili del tatuaggio. Almeno che non abbiano già molti tatuaggi per cui si sono fatti una cultura e allora considerano i tatuatori in funzione del loro stile. Io faccio realistico black and grey ma comunque continuano a chiedermi tatuaggi di tutti gli stili. Cosa alla quale mi piace approcciare talvolta, ma tendenzialmente io farei solo il mio stile.
Quando tatui che tipo di rapporto instauri con la persona?
Quando lavoro eccezione fatta per il mio cliente, “odio tutto il mondo” perché è una distrazione per quanto mi riguarda. “Odio” gli accompagnatori prima di tutto perché distraggono me e il mio cliente dalla scelta del soggetto.
Per me è importante che il mio cliente esca dallo studio felice con il tatuaggio che aveva sempre sognato oppure che non sapeva di volere. Spesso le persone hanno bisogno di un confronto serio con me. Gli presento delle opzioni nella scelta del tatuaggio che non avevano mai considerato. Nella maggior parte dei casi è così in realtà, escono con un progetto molto più elaborato di quello che avevano creduto.
Il tatuaggio è una trasformazione del corpo, che ruolo gioca la responsabilità del tatuatore in questa metamorfosi?
Il ruolo del tatuatore è fortissimo. È colui che imprimerà il tatuaggio.
In realtà è il ruolo di chiunque abbia una macchinetta tra le mani, perché purtroppo oggi con pochi euro su internet la compri. Rovinare una persona è veramente facile.
Io come tatuatore sento una forte responsabilità in quello che andrò a tatuare sulle persone. Credo che sia figlia del fatto che ho iniziato a tatuare a “una certa età”, per cui non ho mai fatto delle grandi cazzate su qualcuno, dettate dall’inesperienza.
Purtroppo per alcuni tatuatori o per chi pratica il tatuaggio il nostro viene visto solo come un lavoro artigianale.
Fanno quello che gli viene chiesto dai clienti, ma la responsabilità è un doppio filo che collega il tatuatore al cliente. Infatti, qui entra in gioco la responsabilità in funzione alla scelta del tatuaggio. Se il cliente ti chiede una “merda” tu quella non gliela devi tatuare. Questo è il mio modo di approcciare, ma credo che non tutti la pensano come me purtroppo. Spesso succede che il risultato non è dei migliori.
I social giocano un ruolo importante come una vetrina interattiva con i tuoi lavori, che ne pensi?
I social sono parte integrante del lavoro. Quando vedo le foto dei tatuaggi spesso ho l’impressione che probabilmente si lavora più per la foto per i social che per il tatuaggio stesso. Questo è un po’ un problema.
Personalmente cerco di non cadere in questo tranello. Cerco di mantenere ben chiaro davanti a me che l’obiettivo finale: non è una bella fotografia ma è un bel tatuaggio. Il cliente deve guardarlo con gioia e onore per il resto della sua vita, soprattutto perché lo porterà per parecchio tempo dietro.
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