‘Blue’ è la nuova collezione di gioielli e accessori del poliedrico artista siciliano Mario D’Angelo. Tutti i nuovi lavori sono stati fatti a mano con materiali di riciclo, ispirati dalla cultura nomade Tuareg e dall’arte di Yves Klein.
Come nasce questa nuova collezione?
“Fluttuando tra insidie ed esponenziali devianze, con sguardo intermittente, connesso non sempre, ricerco il mio spazio nel mondo.
Le origini della ‘modernità’ e la decadenza attraversano trasversalmente i miei pensieri, fermare il tempo in accelerazione esponenziale muove i miei gesti. Il lavoro è come un’ossessione che ciclicamente mi possiede e mi abbandona. A testimonianza di questo ‘rapimento’, oggetti feticcio che provengono da ‘mondi lontanissimi’ con uno scopo”.
Una sorta di esperimento creativo?
“Blue è un esperimento in divenire quindi, Yves Klein e la cultura nomade Tuareg sono stati di ispirazione all’inizio. I gioielli in argento e bronzo e gli accessori in pelle, sono però la sintesi ad oggi, di un caos pulsante di citazioni e omaggi all’arte e alla moda tout court”.
Cosa c’è dietro il processo creativo di queste nuove opere?
“Tutta la produzione è concepita e realizzata in prospettiva di ‘simbiosi industriale’, sostenibilità e in antitesi con la costante della ‘riproducibilità’. Il ‘climate change’, e nello specifico l’acqua, sono al centro di questo progetto.
I rifiuti e gli scarti di questo sistema, (gli scarti conciari e piccoli frammenti di metalli vari provenienti dall’industria metallurgica) rientrano in circolo con una nuova vita e una nuova funzione. Le forme e le fattezze di ogni pezzo della collezione ‘Blue’, almeno in parte, sono determinate dal ‘frammento’ prelevato tra i rifiuti delle lavorazioni altrui. Il processo creativo è dunque inizialmente analogico e di selezione, per poi diventare digitale supportato da CAD, 3D e stampa laser e 3D, per poi ritornare ad essere analogico e artigianale nell’assemblaggio e nella rifinitura del pezzo stesso. Sono dunque tutti pezzi unici, come amuleti forgiati mano, come ornamenti per il “guerriero metropolitano” del terzo millennio.
Come vedi il futuro?
“Niente svanisce, tutto si può trasformare”.