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Ottomila cuori per Vecchioni: il gran finale dei suoni delle Dolomiti tra musica e l’ospitalità della Union Hotels

Ottomila cuori, e forse anche qualcuno in più, hanno battuto all’unisono per Roberto Vecchioni durante l’emozionante gran finale dei Suoni delle Dolomiti. L’evento, che ha visto il celebre cantautore protagonista assoluto, si è tenuto ieri nei prati incantati della Val Duron, ai piedi del Monte Ponsin, Sassopiatto e Croda del Lago. Vecchioni, visibilmente emozionato, ha descritto il momento come “una Woodstock”, definizione che cattura perfettamente l’atmosfera magica che si respirava tra il pubblico.

Non è stato solo un concerto, ma un momento intimo e poetico, fatto di confidenze, ricordi e aneddoti. Vecchioni ha condiviso la sua vita, sfogliando idealmente le pagine del suo diario attraverso canzoni e parole, accompagnato dai musicisti Eros Cristiani e Massimo Germini. Tra le melodie, il professore ha aperto il concerto con “Storia e Leggenda del Lanciatore”, brano che ha definito “la canzone per me più bella, fra le oltre trecento che ho scritto”, un inno alla luce e alla bellezza della vita, da condividere con gli altri.

Non poteva mancare “Ti insegnerò a volare”, dedicata al pilota Alex Zanardi, che simboleggia la forza della passione per la vita contro il destino. Vecchioni ha anche celebrato l’amore per la sua compagna di vita con “La mia ragazza”, l’arte con “Vincent”, e la bellezza della vita con “La bellezza”, ispirata a “La morte a Venezia” di Thomas Mann. Le note di brani iconici come “El Bandolero Stanco”, “Luci a San Siro” e “Chiamami ancora amore” hanno poi coronato una serata unica.

Vecchioni non ha mancato di rivolgere un pensiero alle donne che soffrono a causa delle guerre, dalle “invisibili per i media” di Iran e Pakistan alle studentesse di Russia e Israele, ricordate attraverso “Cappuccio Rosso”, dedicato ad una soldatessa Curda. La serata si è conclusa con l’abbraccio collettivo sulle note di “Samarcanda”, cantata e ballata dall’intera platea dei Suoni delle Dolomiti sotto un sole tiepido che ha reso ancora più speciale l’evento.

A rendere indimenticabile l’esperienza per molti partecipanti, anche il soggiorno nelle strutture della Union Hotels Canazei e Campitello di Fassa, che ha ospitato alcuni degli spettatori del concerto. Nonostante la stagione estiva sia quasi giunta al termine, il gruppo alberghiero, con la sua lunga tradizione di ospitalità e professionalità, tiene ancora aperti tre dei suoi hotel: il Dolomiti a Canazei e il Diamant e il Rubino a Campitello. Questi hotel offrono ancora oggi accoglienza in un territorio unico al mondo, patrimonio dell’umanità UNESCO, permettendo agli ospiti di vivere appieno la magia delle Dolomiti anche a fine stagione.

Con oltre 75 anni di esperienza, la famiglia Nicolodi, fondatrice della Union Hotels, continua a garantire un’accoglienza di qualità, grazie a una gestione che combina il calore della tradizione familiare con una visione manageriale moderna. Questa capacità di evolversi, pur restando radicati nella tradizione, è uno dei punti di forza del gruppo, che continua a rinnovarsi anno dopo anno.

Il gran finale dei Suoni delle Dolomiti, dunque, non è stato solo un evento musicale, ma un’esperienza a tutto tondo, fatta di note, emozioni e paesaggi mozzafiato, resa possibile anche grazie all’ospitalità e alla professionalità delle strutture della Val di Fassa. Un saluto perfetto a un’estate che, anche alle sue battute finali, ha saputo regalare momenti indimenticabili.

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