in ,

Steve Tosi (Acetone): funky house e ricerca. Ogni giorno

Abbiamo incontrato Steve Tosi, uno degli artisti di Acetone, label italiana molto attiva in ambito funky house guidata da Maurizio Nari e Jens Lissat. Con Sandro Puddu, Dj Michelle, Max Magnani ed altri DJ di ottimo livello, Acetone fa ballare il mondo e le sue produzioni sono da tempo tra quelle di maggior successo su Beatport.

 “Siamo un team davvero affiatato ed iniziamo”, racconta Steve Tosi che da poco pubblicato l’efficacissima “I Want your love”. “Non mi sento un top DJ, ma faccio tante serate. Suono musica di ogni genere e quando non riesco a proporre una canzone perché ha un sound troppo datato, ne realizzo una versione prima di tutto per me. L’ispirazione dei brani Acetone parte da lì… e piace, ai DJ e al pubblico”.

I risultati di Acetone continuano ad essere eccellente, anzi crescono

“Il nostro lavoro di produttori e dj lo facciamo davvero. Nari è un vero hitmaker, con i suoi Nari & Milani ed altri progetti ha avuto decine di successi e pure noi, ognuno al proprio livello e con il proprio sound ci stiamo affermando. Ognuno ha la sua personalità, ma la professionalità credo ci accomuni”.

Il successo di Aceton è più italiano o più internazionale? 

“Acetone piace In italia, certo, ma soprattutto nel mondo. Sandro Puddu, ad esempio, sta per concretizzare una collaborazione con un dj importantissimo… E molti dei nostri brani finiscono in top ten Funky House su Beatport, il sito di riferimento in tutto il mondo per noi dj.  Per questo riusciamo a fare nostri parti a Miami, in Olanda ad Amsterdam e altrove”.

Che consigli ti sentiresti di dare a chi vuol fare il DJ, il produttore, l’artista?

“La figura del DJ dagli anni ’90 ad oggi si è evoluta moltissimo. Un tempo il dj stava nella sua cabina o in alto dove nessuno lo vedeva, oggi invece è al centro della scena, nei locali e non solo. Soprattutto il guest DJ e non solo… Ma certe cose, quelle più importanti per chi fa il nostro lavoro non cambiano mai. Sono spesso in contatto con giovani DJ e credo siano fondamentali umiltà, voglia di fare ricerca per avere cultura e voglia di imparare. Conosco ad esempio un giovane DJ che sta cercando di assimilare e fare proprio lo stile di James Hype per farlo proprio. Quando poi lavorerà a buon livello tutta questa ricerca gli servirà moltissimo”.

Cosa ne pensi dei social? Possono servire per chi fa musica?

“Senz’altro, sono un bello strumento quando si ha qualcosa da dire, anzi quando si è fatto qualcosa e lo si vuol far sapere a chi ha i nostri stessi interessi. Purtroppo spesso vengono usati per fare hating, per criticare a caso. La vita è breve, non solo per chi non ha più vent’anni come me, per tutti. Impiegare il tempo in modo utile credo sia un obiettivo importante”.

Clicca per votare questo articolo!
[Voti: 0 Media: 0]

Art Meets Art torna al Peter Pan di Misano