Non è un periodo facile per nessuno, quello che stiamo vivendo. Certo, non tutti sono nella stessa situazione. Chi lavora tra intrattenimento, turismo, eventi (…) è in difficoltà assoluta. Ma non per questo deve o semplicemente può mollare. E’ questo è senz’altro il caso del barman friulano Michele Piagno, che non si lascia certo andare. Gli abbiamo chiesto di raccontarci due dei suoi nuovi progetti. Tutta l’intervista a Piagno, che con la sua famiglia gestisce l’Enoteca Vecchia Pretura di Codroipo (UD) è disponibile poi a questo link: bit.ly/PiagnoAllaDisco1.
“Sto innanzitutto preparando, ovviamente, qualcosa di buono da bere, se possibile di notte o almeno di sera con gli amici”, racconta Michele Piagno. “Non posso ancora svelare nulla, ma sarà qualcosa che è legato a doppio filo con la mia terra, il Friuli. Sto lavorando da tempo a questo progetto e chi mi segue sui social forse ha già un po’ capito di cosa si tratta”.
Stai poi ricominciando a scrivere?
Sì, ho iniziato a scrivere il mio secondo libro dopo “El Señor Mojito”. In quel libro, come dice il sottotitolo, ho dato cinquantuno ricette e alcuni segreti su un cocktail speciale. Questo nuovo volume, ancora senza titolo, proverà invece a raccontare tutta la magia delle notti italiane, dagli anni ’70 ad oggi. Ci saranno, ancora 51 cocktail che in qualche modo rappresentano un periodo irripetibile, pieno di divertimento, amori e momenti splendidi.
Nel tuo nuovo libro, ci saranno solo ricette di cocktail?
“Assolutamente no. Non voglio poi fare un sorta di Bignami dei cocktail più importanti della storia… Sarà invece proprio una sorta di cronaca divertente, confusa e divertita di tante notti. Accanto ai cocktail ci saranno anche 51 interviste, fatte tutte a nottambuli doc: dj, gestori di locali, artisti, musicisti, mie colleghi barman, giornalisti, PR, imprenditori. Perché la notte accoglie tutti, anche chi il giorno dopo si alzerà alle 6 per andare in cantiere o ad aprire la sua azienda. Capisco che scrivere oggi, con il coprifuoco, un libro dedicato alla magia della notte possa essere considerata un’impresa folle. Proprio per questo sento di doverla fare. Perché notte socialità, oltre che far divertire, servono eccome. Anche a chi di giorno fa un lavoro d’ufficio. Le migliori idee della mia vita le ho avute di notte, davanti ad un drink e di notte ho conosciuto molte delle persone più importanti della mia vita”.
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